Last week, as happens for several years, I attended the festival on film animation and special effects which is held every January in Bologna. I saw some old friends, ho mangiato troppa cioccolata (la perugina sponsorizzava l'evento) e mi sono addormentato a numerose proiezioni. Per qualche giorno mi è parso che la crisi economica ed i suoi effetti appartenessero ad un mondo distante che poco aveva a che fare con i film proiettati in sala. L'illusione si è infranta bruscamente durante un convegno sulla stereoscopia - l'ultima trovata tecnologica a cui le case di distribuzione cinematografica sembrano affidarsi per cercare di riportare la gente dentro ai cinema - quando il rappresentante della MGM ha lamentato il fallimento del "trust fund" che la celebre casa di produzione utilizza(va) per finanziare i propri film.
Non esiste un settore dell'economia che non sia stato toccato dalla crisi e del resto non potrebbe essere altrimenti. Si tratta di un antipatica realtà che sembra essere finalmente pervenuta anche ai più testardi ottimisti (bugiardi sarebbe forse un temine più corretto). Anche se non sono stato in grado di aggiornare il blog negli scorsi giorni, le mie sortite notturne (rientravo mediamente alle due del mattino) tra le news economiche hanno rivelato con chiarezza una presa di coscienza generale in questo senso. Nessuno sembra più sventolare l'illusione di una possibile ripresa nella seconda metà dell'anno, anzi sembrano tutti impegnati in uno strano gioco al ribasso riguardo le prospettive future.
Ha cominciato l'FMI rivedendo le stime per la crescita del PIL mondiale. Ad Ottobre Strauss-Kah (direttore dell'FMI) se andava casting around warnings to the heads of great nations, asking them to intervene in a coordinated manner to prevent a global recession and growth which he said was in danger of crashing to 2.2% (below the 3% growth we talk of recession). Now the IMF forecasts for 2009 a growth almost nothing 0.5%. In Europe, growth back by 2%, Japan 2.6%, 2.8% in England and the USA, 1, 6%.
The IMF, the World Economic Outlook Update , recognizes the need for public intervention to support the banking institutions. Considers this an urgent event, leading to a stabilization of financial markets:
Lo stesso Roubini ha dovuto ribadire la correttezza delle stime che rilasciò la scorsa settimana e che individuano in 3,6 trilioni di dollari le perdite totali che il settore bancario USA potrebbe incassare. Qualche giorno dopo, in seguito allo scalpore suscitato dalle stime di Roubini, la Goldman Sachs fece loro eco rilanciandole e dichiarando che un intervento di salvataggio che prevedesse l'istituzione di una "bad bank" arriverebbe a costare 4 trilioni di dollari .
Una cifra da capogiro. Anche se più di una persona ha messo in dubbio le nerissime previsioni della Goldman la cifra "4000 miliardi" sembra essersi piantata nella testa di numerosi politici americani. Molti membri del parlamento USA stanno già mettendo le mani avanti, in attesa che Geithner, il nuovo ministro del tesoro, illustri al mondo i dettagli del piano stilato dall'amministrazione Obama per il salvataggio del comparto bancario. Geithner ha già detto che il piano verrà reso pubblico la prossima settimana. Obama dal canto suo ha provato a calmare le inquietudini di politici ed economisti affermando : "non spenderemo mai 4 trilioni di denaro dei contribuenti".
Belle parole. Eppure l'opzione "bad bank" resta sul piatto. Anzi, nonostante la pioggia di critiche, al momento essa sembra essere quella più probabile. L'amministrazione Obama pare preoccuparsi troppo di salvare gli azionisti delle banche per valutare seriamente una qualunque strada, come ad esempio la nazionalizzazione, che preveda l'azzeramento dei valori azionari. Il ministro del tesoro sembra impegnato in una personale missione volta a salvare i banchieri, le loro stock option e tutte quelle entità, a partire dai fondi pensione che hanno investito in titoli bancari o che indirettamente risentirebbero di un loro crollo.
Qualunque sia il piano che Geithner tirerà fuori esso si rivelerà, con tutta probabilità, inefficace se non completamente controproducente. Sarò il solito pessimista, ma quello che ho visto uscire fino ad now from the new U.S. administration does not inspire me any confidence.
Another place where you exude confidence in the United States was the meeting in Davos. Like every year, leading experts in the economic and political world gathered in Switzerland to discuss the town where the hell is going to the world and, presumably, than the wrong direction taken by it. The official theme of the meeting was in effect: "to shape a post-crisis world." An ambitious goal indeed soon fell into the background to a more rewarding search for a scapegoat. They opened the ball
China and Russia.
Chinese Premier Wen Jiabao during the day di apertura del meeting, ha imputato le cause della crisi economica a:
In sostanza si tratta di un suggerimento molto gentile lanciato ad Obama che potremmo tradurre come: "non provare ad affrontare la Cina sul piano economico".
Anche Putin non è riuscito a resistere alla tentazione di castigare gli Stati Uniti per "il basso livello del managment" delle banche USA e per aver prodotto, a causa di una piramide di irrealistiche aspettative, la situazione attuale. "Solo un anno fa i delegati americani parlando da questo scranno hanno enfatizzato la soundness of the U.S. economy and its bright future "but then accused Putin concluded his speech by using slightly more conciliatory tone.
Ultimately, beyond the many arrows shot against the United States, without abandoning Previous by the turkish Prime Minister Erdogan at a conference on the last conflict in Gaza and a depression that seemed to hover over almost the entire meeting to imitate that which surrounds the world economy, the Davos meeting did not appear to produce any real result.
Except perhaps, reveal the entire planet once again the arrogance of the bankers (or as they are friendly banksters called). Most of them has wisely decided not to attend the Davos meeting which until last year, were among the most frequent visitors. Perhaps the finding to be welcome in a number of places the hand is gradually decreasing as time passes, has influenced their choice. Jamie Dimon, the CEO of JP Morgan, but did not discourage that and decided to attend. Pressed on the faults of the banking sector during a debate, admitting he had to give a hand, ending with the download but the bulk of responsibility on the regulators:
Immagino che i politici fossero troppo impegnati a farsi corrompere e comprare da banchieri e lobbisti. Gli stessi banchieri che se ne andavano giro affermando con incrollabile certezza che fosse necessario togliere ogni controllo e regolamento in modo che le banche e chi le controllava potessero fare quello che volevano. Solo così il sistema finanziario sarebbe diventato più solido e profittevole per tutti quanti, a loro dire. Che adesso se ne escano lamentandosi per un assenza di controlli, suona come una gigantesca presa per il culo.
Le dichiarazioni di Dimon sono state accolte con una certa ostilità dalla platea, tanto che quando qualcuno ha proposto di limitare i bonus percepiti dai banchieri si sono levati numerosi applausi.
A conti fatti, il bilancio del meeting può essere riassunto in: tante chiacchiere (alcune molto interessanti come un dibattito sulla cnbc su futuri interventi possibili) e poca sostanza. Il tutto condito da un pessimismo di fondo che ha portato Kenneth Rogoff, ex capo dell'FMI ed attuale consigliere di Obama, ha definire l'evento come "il più deprimente Davos che si sia mai visto".
Se il pessimismo dilagante a Davos sembra finalmente aver riportato coi piedi per terra quelli che ancora svolacchiavano a mezz'aria, un signore che per un attimo deve aver intravisto la luce è il commissario Ue agli Affari economici Joaquin Almunia. Un articolo su repubblica ne riporta le affermazioni fatte durante a lunch of "Abc Forum" in Madrid, Almunia
Wow, someone must have explained a few things and it seems to Almunia Almunia has also included the. I was almost beginning to hope that sanity had found the path leading to the brain of a high-level political, Almunia when he comes out saying
short, half the world would be seriously considering the adoption of a strategy that every economist semi decent (or at least I think so) not esita a definire un enorme cazzata. Almunia invece approva l'idea, invocando trasparenza sui prezzi e management. La trasparenza sui prezzi non è possibile. Non ha senso far acquistare ad una "bad bank" i titoli tossici ad un prezzo che sia minimamente vicino a quello di mercato. Se così fosse le banche potrebbero vendere già ora i suddetti titoli sul mercato, senza doverli scaricare sulle spalle degli stati. Riguardo al management invece, mi aspetto interventi punitivi dall'impatto estremamente limitato. Il minimo sufficiente per poter affermare di aver fatto qualcosa contro i banchieri cattivi.
Molto di quel che accadrà in futuro dipenderà come al solito dagli USA. Se la prossima settimana Geithner annuncerà l'istituzione di una "bad bank", con tutta probabilità ne vedremo spuntare di simili (anche se con alcune differenze) anche qui in Europa. C'è da augurarsi che in questi giorni, un minimo di buon senso si faccia strada tra le stanze della casa bianca e che l'amministrazione USA decida di percorre vie più ragionevoli.
Tenere saldamente i piedi per terra è di sicuro un buon inizio per cercare di risolvere i mali dell'economia, ma non è neppure lontanamente sufficiente. Occorre anche rendersi conto di quali siano le soluzioni che si possono ragionevolmente adottare e non aver paura di implementarle.
"Ragionevolmente" è la parola chiave ed ogni ipotesi di "bad bank" purtroppo è tutto fuorché ragionevole.
Non esiste un settore dell'economia che non sia stato toccato dalla crisi e del resto non potrebbe essere altrimenti. Si tratta di un antipatica realtà che sembra essere finalmente pervenuta anche ai più testardi ottimisti (bugiardi sarebbe forse un temine più corretto). Anche se non sono stato in grado di aggiornare il blog negli scorsi giorni, le mie sortite notturne (rientravo mediamente alle due del mattino) tra le news economiche hanno rivelato con chiarezza una presa di coscienza generale in questo senso. Nessuno sembra più sventolare l'illusione di una possibile ripresa nella seconda metà dell'anno, anzi sembrano tutti impegnati in uno strano gioco al ribasso riguardo le prospettive future.
Ha cominciato l'FMI rivedendo le stime per la crescita del PIL mondiale. Ad Ottobre Strauss-Kah (direttore dell'FMI) se andava casting around warnings to the heads of great nations, asking them to intervene in a coordinated manner to prevent a global recession and growth which he said was in danger of crashing to 2.2% (below the 3% growth we talk of recession). Now the IMF forecasts for 2009 a growth almost nothing 0.5%. In Europe, growth back by 2%, Japan 2.6%, 2.8% in England and the USA, 1, 6%.
The IMF, the World Economic Outlook Update , recognizes the need for public intervention to support the banking institutions. Considers this an urgent event, leading to a stabilization of financial markets:
"Such politiche dovrebbero essere supportate da misure volte a risolvere la situazione della banche insolventi istituendo pubbliche agenzie che si facciano carico dei cattivi debiti possibilmente attraverso un approccio di tipo "bad bank" e salvaguardando nel contempo le risorse pubbliche."Anche l'FMI sembra quindi caldeggiare l'ipotesi di una "bad bank" pubblica che acquisti dalle altre banche tutti i titoli tossici facendosene carico. Una possibilità che Krugman ha osteggiato definendola Wall Street Vodoo, invitando Obama a rigettarla e a nazionalizzare direttamente gli istituti insolventi. Un altro premio nobel ad aver attaccato questo tipo di approccio, definendolo "denaro in cambio di spazzatura", è Joseph Stiglitz. Anche Stiglitz, sembra suggerire la via della nazionalizzazione, come hanno fatto di recente, oltre a Krugman, Nassim Taleb e Nuriel Roubini .
Lo stesso Roubini ha dovuto ribadire la correttezza delle stime che rilasciò la scorsa settimana e che individuano in 3,6 trilioni di dollari le perdite totali che il settore bancario USA potrebbe incassare. Qualche giorno dopo, in seguito allo scalpore suscitato dalle stime di Roubini, la Goldman Sachs fece loro eco rilanciandole e dichiarando che un intervento di salvataggio che prevedesse l'istituzione di una "bad bank" arriverebbe a costare 4 trilioni di dollari .
Una cifra da capogiro. Anche se più di una persona ha messo in dubbio le nerissime previsioni della Goldman la cifra "4000 miliardi" sembra essersi piantata nella testa di numerosi politici americani. Molti membri del parlamento USA stanno già mettendo le mani avanti, in attesa che Geithner, il nuovo ministro del tesoro, illustri al mondo i dettagli del piano stilato dall'amministrazione Obama per il salvataggio del comparto bancario. Geithner ha già detto che il piano verrà reso pubblico la prossima settimana. Obama dal canto suo ha provato a calmare le inquietudini di politici ed economisti affermando : "non spenderemo mai 4 trilioni di denaro dei contribuenti".
Belle parole. Eppure l'opzione "bad bank" resta sul piatto. Anzi, nonostante la pioggia di critiche, al momento essa sembra essere quella più probabile. L'amministrazione Obama pare preoccuparsi troppo di salvare gli azionisti delle banche per valutare seriamente una qualunque strada, come ad esempio la nazionalizzazione, che preveda l'azzeramento dei valori azionari. Il ministro del tesoro sembra impegnato in una personale missione volta a salvare i banchieri, le loro stock option e tutte quelle entità, a partire dai fondi pensione che hanno investito in titoli bancari o che indirettamente risentirebbero di un loro crollo.
Qualunque sia il piano che Geithner tirerà fuori esso si rivelerà, con tutta probabilità, inefficace se non completamente controproducente. Sarò il solito pessimista, ma quello che ho visto uscire fino ad now from the new U.S. administration does not inspire me any confidence.
Another place where you exude confidence in the United States was the meeting in Davos. Like every year, leading experts in the economic and political world gathered in Switzerland to discuss the town where the hell is going to the world and, presumably, than the wrong direction taken by it. The official theme of the meeting was in effect: "to shape a post-crisis world." An ambitious goal indeed soon fell into the background to a more rewarding search for a scapegoat. They opened the ball
China and Russia.
Chinese Premier Wen Jiabao during the day di apertura del meeting, ha imputato le cause della crisi economica a:
"Politiche macroeconomiche inappropriate di alcune economie ed il loro insostenibile modello di sviluppo caratterizzato da un prolungato basso tasso di risparmio, alti consumi e un eccessiva espansione degli istituti finanziari nel cieco perseguimento del profitto"Non è particolarmente difficile capire a quali nazioni si riferisse il premier cinese. Wen ha inoltre messo in guardia contro la tentazione di attivare misure di tipo protezionista, affermando che esse risulterebbero controproducenti per tutti e riferendosi alle relazioni tra USA e Cina ha aggiunto:
"Delle pacifiche ed armoniose relazioni bilaterali renderanno sia la Cina che gli USA dei vincitori mentre un confronto le renderebbe entrambe perdenti. Dobbiamo irrobustire la nostra cooperazione nell'affrontare la crisi finanziaria. Questo è il mio messaggio al governo USA".
In sostanza si tratta di un suggerimento molto gentile lanciato ad Obama che potremmo tradurre come: "non provare ad affrontare la Cina sul piano economico".
Anche Putin non è riuscito a resistere alla tentazione di castigare gli Stati Uniti per "il basso livello del managment" delle banche USA e per aver prodotto, a causa di una piramide di irrealistiche aspettative, la situazione attuale. "Solo un anno fa i delegati americani parlando da questo scranno hanno enfatizzato la soundness of the U.S. economy and its bright future "but then accused Putin concluded his speech by using slightly more conciliatory tone.
Ultimately, beyond the many arrows shot against the United States, without abandoning Previous by the turkish Prime Minister Erdogan at a conference on the last conflict in Gaza and a depression that seemed to hover over almost the entire meeting to imitate that which surrounds the world economy, the Davos meeting did not appear to produce any real result.
Except perhaps, reveal the entire planet once again the arrogance of the bankers (or as they are friendly banksters called). Most of them has wisely decided not to attend the Davos meeting which until last year, were among the most frequent visitors. Perhaps the finding to be welcome in a number of places the hand is gradually decreasing as time passes, has influenced their choice. Jamie Dimon, the CEO of JP Morgan, but did not discourage that and decided to attend. Pressed on the faults of the banking sector during a debate, admitting he had to give a hand, ending with the download but the bulk of responsibility on the regulators:
"God knows that U.S. banks and investment banks have made some really stupid things ". "Politicians, I ask: Where the hell were you?"
Immagino che i politici fossero troppo impegnati a farsi corrompere e comprare da banchieri e lobbisti. Gli stessi banchieri che se ne andavano giro affermando con incrollabile certezza che fosse necessario togliere ogni controllo e regolamento in modo che le banche e chi le controllava potessero fare quello che volevano. Solo così il sistema finanziario sarebbe diventato più solido e profittevole per tutti quanti, a loro dire. Che adesso se ne escano lamentandosi per un assenza di controlli, suona come una gigantesca presa per il culo.
Le dichiarazioni di Dimon sono state accolte con una certa ostilità dalla platea, tanto che quando qualcuno ha proposto di limitare i bonus percepiti dai banchieri si sono levati numerosi applausi.
A conti fatti, il bilancio del meeting può essere riassunto in: tante chiacchiere (alcune molto interessanti come un dibattito sulla cnbc su futuri interventi possibili) e poca sostanza. Il tutto condito da un pessimismo di fondo che ha portato Kenneth Rogoff, ex capo dell'FMI ed attuale consigliere di Obama, ha definire l'evento come "il più deprimente Davos che si sia mai visto".
Se il pessimismo dilagante a Davos sembra finalmente aver riportato coi piedi per terra quelli che ancora svolacchiavano a mezz'aria, un signore che per un attimo deve aver intravisto la luce è il commissario Ue agli Affari economici Joaquin Almunia. Un articolo su repubblica ne riporta le affermazioni fatte durante a lunch of "Abc Forum" in Madrid, Almunia
also fears a permanent government intervention in financial markets and interest rates too low, far too early to have positive results. "We can not go from one financial bubble to another," said the Commissioner.
Wow, someone must have explained a few things and it seems to Almunia Almunia has also included the. I was almost beginning to hope that sanity had found the path leading to the brain of a high-level political, Almunia when he comes out saying
Almunia also said that Britain, Germany and the Netherlands are considering the possibility of create "bad bank" to absorb the toxic assets of financial institutions. "British, German and Dutch - says EU commissioner - are discussing it and probably all end up discussing, at the level of the European Commission to avoid creating distortions."
Almunia idea is that you will use taxpayers' money to create the "bad bank", but it should be safe to be managed well. "The taxpayers - he says - have already put too much money on the table, to ask other funding without transparency and without clear rules of price and management.
short, half the world would be seriously considering the adoption of a strategy that every economist semi decent (or at least I think so) not esita a definire un enorme cazzata. Almunia invece approva l'idea, invocando trasparenza sui prezzi e management. La trasparenza sui prezzi non è possibile. Non ha senso far acquistare ad una "bad bank" i titoli tossici ad un prezzo che sia minimamente vicino a quello di mercato. Se così fosse le banche potrebbero vendere già ora i suddetti titoli sul mercato, senza doverli scaricare sulle spalle degli stati. Riguardo al management invece, mi aspetto interventi punitivi dall'impatto estremamente limitato. Il minimo sufficiente per poter affermare di aver fatto qualcosa contro i banchieri cattivi.
Molto di quel che accadrà in futuro dipenderà come al solito dagli USA. Se la prossima settimana Geithner annuncerà l'istituzione di una "bad bank", con tutta probabilità ne vedremo spuntare di simili (anche se con alcune differenze) anche qui in Europa. C'è da augurarsi che in questi giorni, un minimo di buon senso si faccia strada tra le stanze della casa bianca e che l'amministrazione USA decida di percorre vie più ragionevoli.
Tenere saldamente i piedi per terra è di sicuro un buon inizio per cercare di risolvere i mali dell'economia, ma non è neppure lontanamente sufficiente. Occorre anche rendersi conto di quali siano le soluzioni che si possono ragionevolmente adottare e non aver paura di implementarle.
"Ragionevolmente" è la parola chiave ed ogni ipotesi di "bad bank" purtroppo è tutto fuorché ragionevole.
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